28 Dicembre 1892, Villa di Lady Ivalovna, Archadia.
-Lud, è ora di alzarsi!
-Ehhhh, cheee?
-Dai, sono quasi le nove! Abbiamo la prima seduta di allenamento speciale!
-Ah, si, tra cinque minuti mi alzo…
-Ludwig Loodle! Alzati immediatamente da questo dannato letto!
No, non era esattamente il risveglio che mi aspettavo.
Cavolo, avevamo dormito insieme, per la prima volta, ci eravamo dichiarati, il nostro amore era sbocciato, ed eravamo arrivati già alla fase in cui la ragazza della mia vita si trasforma in una dittatrice arcigna? Devo essermi addormentato un bel po’.
Ha spalancato le finestre violentemente, un getto di luce mi ha accecato fin dal primo istante.
Però in tutto quel furore riuscivo a trovare un momento per pensare…
I suoi bellissimi capelli erano attraversati dalla calda luce del mattino, resi ancora più splendenti e infinitamente belli.
Non potevo non pensare di essere felice, anche se venivo sgridato.
Quella ragazza che avrebbe voluto volentieri picchiarmi, in quanto i cinque minuti erano finiti da un pezzo, mi sarebbe stata accanto d’ora in poi; la ragazza che ho sognato, che ho desiderato con tutte le mie forze, ora è mia.
-Dai sbrigati a vestirti, dovevamo essere all’entrata della villa già mezz’ora fa!
-Si, si, dammi un attimo ancora…
Mi sono alzato dal letto un po’ controvoglia.
Chi si sarebbe mai dimenticato della testa di Kelly appoggiata sul mio petto?
Oggi indosso i soliti vestiti, una semplice camicia bianca (è l’indumento che mi sta meglio, non uscivo mai di casa senza averne una addosso), il cappotto da viaggio che arrivava fino a terra e il mio cappello. Non lo avrei mai abbandonato a casa, valeva più della mia stessa vita.
Era l’ultimo ricordo che avevo di mio padre.
Ricordo ancora adesso.
Quando partì per il viaggio con mia madre lo lasciò appeso davanti al portone, lo presi e corsi dietro di loro, ma non feci in tempo.
Salirono sulla loro carrozza a vapore senza vedermi, io stesso non li rividi mai più.
Decisi di tenerlo con me e di non separarmene mai, forse un giorno avrei potuto restituirlo a mio padre.
La piuma argentata con inciso il nome “Avenger” era incastrata alla base del cappello, mi dava un non so che di intellettuale, mi donava molto. Ma i pareri personali e soggettivi non contano molto, di solito.
Scendiamo finalmente all’entrata.
C’è Lady Ivalovna che ci aspetta davanti all’enorme specchio che avevamo visto qualche giorno fa, sempre con il suo sguardo imperturbabile, inquietante. Immanuel ricalcava alla perfezione le emozioni della sua padrona.
Un tavolo davanti a noi metteva in bella vista due sacchetti di media grandezza, probabilmente contenenti delle provviste.
Ma a cosa ci servivano le provviste se ci trovavamo ancora all’interno della villa, con cuochi e cameriere pronti a soddisfare i nostri comodi?
-Oggi vi aspetta un allenamento un po’ diverso dai precedenti. Immanuel, illustra loro l’obiettivo.
-Signorini, vi prego di ascoltarmi attentamente. La prima prova che avete superato riguardava il Behemoth di Terra. Voi avete affrontato una copia che Lady Ivalovna ha creato per voi, all’unico scopo di saggiare le vostre abilità.
Questa volta vi aspetta qualcosa di leggermente diverso. Dovrete infatti andare a caccia di mostri. Mi spiego meglio.
Quest’enorme specchio che vedete davanti a voi non è altro che un portale magico, che consente di trasferire istantaneamente i materiali da questo mondo.
Voi dovrete catturare dodici creature, quattro ciascuno, utilizzando solamente i vostri poteri. Non vi è infatti concesso portare con voi le vostre armi, Avenger e Skyline, ma potrete aiutarvi con questi- ci porse due piume diverse, una forgiata dallo smeraldo per me, una di rubino per Kelly.
-Ma noi siamo solamente due, dovremmo combatterne solo ot…
-Queste- continuò Lady Ivalovna interrompendo la ragazza- sono piume create da me con la magia. Il loro funzionamento è identico a quello delle altre piume utilizzate da voi finora, ma vi aiuteranno a sviluppare maggiormente i vostri poteri.
Si trasformeranno nell’oggetto che per voi sembrerà più utile. Ma attenzione: potrete trasformarla di nuovo solo dopo aver catturato le bestie che dovrete riporre qui dentro, - ci consegnò due carillon- essi si apriranno soltanto quando avrete sottomesso definitivamente la creatura.
-In quel momento si apriranno i due carillon e i mostri verranno risucchiati al loro interno, tutto chiaro?- ci domandò Immanuel.
-E’ una competizione a punti perciò vi troverete ad affrontarvi faccia a faccia, in alcune situazioni. Ifrit darà il punteggio in base alla cattura più emozionante e al tempo impiegato.
-Ah, dimenticavo- riprese la padrona- lo specchio, una volta attraversato, ritornerà corporeo e non potrà essere sfruttato di nuovo a meno che voi non catturiate tutti gli obiettivi o scada il tempo, in quel caso la vostra prova fallirà.
-E, esattamente, quanto tempo abbiamo?- domandai, non senza cercare di nascondere una certa preoccupazione.
-Avete quattro settimane di tempo a partire da… ora!
Immanuel ci mise i sacchetti e una scheda con le descrizioni degli obiettivi in mano e ci spinse improvvisamente verso lo specchio.
Notai l’espressione di Kelly, a metà tra l’incredula e la divertita.
Sinceramente io non ci trovavo nulla di divertente.
-Ultima cosa, Edmund vi darà una mano.
-Cooooosaaaa?
Attraversammo, nostro malgrado, lo specchio.
Era gelato, dava la sensazione di esserci appena fatti un bagno, anche se eravamo completamente asciutti.
-Dai Lud non prenderla male- mi disse Kelly con il suo solito sorriso.
-Si, Luddino piccolino, non prenderla male. Vi sono mancato?
Non riuscii a fare altro che sbuffare.
-Eccolo qui di nuovo,- pensai- possibile che debba averlo sempre intorno? Spero che non mi intralci, altrimenti se la passerà brutta.
Dietro di noi lo specchio sembrava fatto di marmo.
Davanti a noi tre una immensa vallata rocciosa.
Quattro settimane insieme a Edmund, che il cielo mi aiuti.
La caccia comincia.